25.10.19

Automation in Art: la visione della vincitrice Alessandra Viola, di ritorno da Madrid

Alessandra Viola, vincitrice con “Il Levriero" del concorso “Automation in Art” di Electro IB, racconta la sua esperienza a Madrid e la sua visione sull'arte.

Automation in Art: la visione della vincitrice Alessandra Viola, di ritorno da Madrid

Alessandra Viola è tornata da Madrid, meta del premio per la vittoria del concorso “Automation in Art” di Electro IB. È stata eletta vincitrice grazie alla sua opera “Il Levriero”, che racconta in questa intervista, dopo aver sottolineato l’importanza del viaggio dal punto di vista della crescita culturale e umana.

Partiamo dall’esperienza a Madrid: cosa ti ha lasciato? Che valore dai al viaggio, all’andare a vedere il mondo?

Ho avuto l’opportunità di viaggiare grazie a voi, è stato il mio primo viaggio al di fuori dei confini italiani. Mi avete dato l’occasione di arricchire il mio bagaglio culturale, e visto che affronto un percorso di studi indirizzato all’arte è stata l’occasione per visitare alcuni dei musei e dei palazzi più significativi. 
Credo che viaggiare sia una delle esperienze che più permettano di far crescere, non solo dal punto di vista culturale, ma anche umano.

“Il levriero”, la tua opera: come l’hai realizzata? Che procedimento hai utilizzato per concepire l’idea e per poi declinarla nell’opera? E perché hai usato questa tecnica?

Ho realizzato due varianti del mio lavoro “Il levriero”. Sono due rilievi minimi, il primo costruito in argilla semi refrattaria e il secondo in gesso scagliola patinato. Ragionando sul tema dell’automazione industriale, ho rappresentato attraverso immagini simboliche il processo di trasformazione che la nuova industria deve affrontare per poter progredire e restare al passo con i tempi.
Il Levriero è intento in una competizione, come quella affrontata dalla nuova industria. Il cane rappresenta la velocità di questa trasformazione che deve superare un ostacolo (la difficoltà che l’industria deve affrontare per potersi sviluppare) ovvero l’acronimo di automazione industriale.
Lo sfondo è diviso, a destra è presente un geroglifico che ci ricorda le vecchie realtà lavorative, la zona di sinistra invece è liscia e con un sole che rappresenta la perfezione.
Ho concepito queste immagini ripensando alle prime catene di montaggio e ai vecchi metodi lavorativi. 
L’uomo si è sempre servito di strumenti per alleggerire il lavoro: ad esempio per la caccia e la costruzione di edifici venivano sfruttati gli animali, come i cani, che sin dalla civiltà egizia erano simbolo di velocità e agilità.

È un’opera malinconica, triste, la tua? Di protesta? Oppure nasconde messaggi positivi?

Ho messo a confronto la società moderna e quella antica e ho contrapposto queste due realtà. L’opera porta un messaggio positivo, nel quale viene sottolineato come l’automazione possa semplificare il lavoro dell’uomo e portare alla scoperta di nuove realtà. 

Cosa ti ha lasciato il concorso Automation in Art? Pensi sia stata un’occasione?

Il percorso di Automation in Art mi ha dato l’occasione di potermi mettere in gioco, mostrando il mio pensiero e la mia arte. Questo percorso è servito per la mia crescita artistica e il mio arricchimento culturale. 

Cosa pensi dell’arte? Credi sia uno strumento di apertura mentale, di cultura, di ispirazione?

L’arte fa parte della mia vita, la studio e la realizzo. Credo sia uno dei mezzi di comunicazione più potenti che l’uomo possa utilizzare. Studiandola acquistiamo cultura che ci aiuta ad avere una maggior apertura mentale.

Come ti immagini il futuro? Hai già pensato a quale percorso potrebbe fare al caso tuo, magari in ambito artistico, oppure industriale?

Il futuro non è ancora certo, però vorrei continuare il percorso artistico. Vorrei approfondire il restauro, oppure l’illustrazione. 
Ritengo di avere ancora tanto da imparare ma grazie all’entusiasmo che mi dà l’arte continuerò a studiare per acquisire le conoscenze necessarie per poter poi lavorare in questo mondo.